Biblioteca A. Torri - L'Eloquenza italiana di Giusto Fontanini

Scheda a cura di Renato Nisticò

 

Giusto Fontanini, Della eloquenza italiana di monsignor Giusto Fontanini, libri tre novellamente ristampati. Nel Primo si spiega l'origine, e il processo dell'Italiana favella; nel Secondo si tratta del suo ingrandimento per le opere scritte; nel Terzo si dispone una biblioteca ordinata d’autori singolari nelle materie più classiche, illustrata di molte osservazioni, in Venezia, appresso Cristoforo Zane, 1737
(rec. n. 52177 del Catalogo retrospettivo, inv. 370, segnatura Torri A IV 77)

Presumibilmente si tratta della quarta edizione; le precedenti dovrebbero essere Roma, 1706; Cesena, Gherardi, 1724; Roma, Mainardi, 1726

Ecco il frontespizio

Frontespizio

Si noti in alto a destra il numero d’inventario e a matita accanto la collocazione nella Biblioteca Torri, in genere riportata poi su un cartellino di colore rosso.

Il ritratto di Giusto Fontanini è di Michael Sorello (Roma 1737), e quello del Tiepolo, fratello del grande Giandomenico, il noto pittore, di un non meglio identificato “A. A.” da Urbino.

Ritratto di Giusto Fontanini

 

Ritratto del Tiepolo

Ora le annotazioni del Torri che trascriviamo di seguito:

Annotazioni

Vedi Gamba, Serie dei testi di lingua, ediz.ne 3.a in-4°, p. 21, n. 1918
Quest’opera fu poi ristampata in Venezia dal Pasquali in due volumi in-4° (an. 1753), colle note di Apostolo Zeno, e quindi in Parma nel 1803, pure in due volumi in-4° coi tipi dei fratelli Amoretti per cura di Luigi Mussi, che vi aggiunse pregevolissime annotazioni di anonimo (l’ab. Michele Colombo). In queste due edizioni è stata omessa la Prosa che nel presente volume precede la Biblioteca. Da p. 1 a 264, oltre il Discorso a Giangiuseppe Orsi da pag. XIV a XXII. A. T.

In basso a destra si può notare la firma a matita di Alessandro D’Ancona, il nostro grande studioso che col Torri ebbe un lungo e affettuoso sodalizio, e ne difese l’edizione della Vita nova di fronte alla comunità degli studiosi. Fu anche autore del più importante necrologio del Torri (Alessandro D’ANCONA, Cenno necrologico, “La Nazione”, 19 giugno 1861) e pubblicò una raccolta di sue lettere (A. D’A., Dal carteggio dantesco di Alessandro Torri, Pisa, Nistri, 1895).

Contrariamente a quanto affermato dal Torri, l’edizione Parma 1803, dovrebbe essere invece stato stampato dai Fratelli Gozzi, come testimonia anche l’esemplare del Fondo Moni della nostra biblioteca (rec. n. 29256 del Catalogo retrospettivo). L’abate Colombo è lo stesso che è stato segnalato a proposito dell’esemplare delle Memorie del Da Ponte. Tuttavia le annotazioni sono attribuite da Catalogo dei Libri Italiani dell’Ottocento a Gaspare Ortalli, mentre invece vengono ignorate dall’opac dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico.
Il Discorso cui si riferisce il Torri è intitolato Ragionamento della eloquenza italiana steso in una lettera al Signor Marchese Giangiuseppe Orsi illustrissimo signore (pp. XIV-XXII), mentre la “Prosa” è l’Eloquenza italiana vera e propria (La Biblioteca della eloquenza italiana dove ordinatamente sono disposte le opere stampate in lingua nostra volgare sopra le discipline e le materie principali), cui sono rivolte, come si vede, le attenzioni maggiori del Torri.
Le classi in cui è suddivisa la Biblioteca sono: I, Grammatica, II, Rettorica, III Poesia, IV Dramatici, V Lirici, VI Istoria, VII Filosofia, VIII Teologia. In essa vengono riportate a pie’ di pagina note bibliologiche relative agli esemplari segnalati. Ad esempio, a p. 267: «Edizione bella, senza abbreviature, e in carattere che i francesi chiamavano Italico etc. …». Segue alla stessa pagina una piccola, preziosa storia dei caratteri di stampa. Di qualche opera vengono citate e descritte più edizioni (ad esempio delle Prose della volgar lingua di Bembo ne vengono segnalate 12, di cui la metà commentate), facendo somigliare la Biblioteca più a una bibliografia come modernamente la intendiamo che a una storia ideale di un paese attraverso gli autori e le opere più rappresentativi, quali spesso erano le imprese editoriali indicate con quella denominazione. Per capire l’importanza della molto stampata Biblioteca dell’Eloquenza nella storia letteraria italiana, leggiamo qualche riga di Giovanni Getto dalla sua Storia delle storie letterarie [1], e di Luigi Balsamo da La bibliografia. Storia di una tradizione [2].

 

 

[1] Giovanni Getto, Storia delle storie letterarie, Firenze, Sansoni, 1969, pp. 75-76

… Lo stesso proposito di edificazione patriottica, che informa il lavoro del Gimma, determina, in una volontà, in cui si innalza, idealizzandosi, il gusto bibliotecario ed erudito, l’opera di Giusto Fontanini, Della eloquenza italiana, pubblicata a Roma nel 1726. Anche questo libro si ricollega, nell’occasione determinante, alla famosa querelle tra francesi e italiani che divampò nel settecento, divenendo stimolo di un vasto lavoro di revisione di tutto il patrimonio della nostra letteratura. Infatti, in una lettera premessa, indirizzata a Giuseppe Orsi, l’autore dichiara di voler difendere “la nostra lingua italiana contro il Bouhour […] Ma questi due libri, di cui può avere un certo interesse solo il primo (poiché il secondo non è che un catalogo “d’autori nostri de' più eccellenti, che di varie facoltà avessero scritto in italiano”, composto per “mostrare con le scritture alla mano i pregi della nostra favella”) sebbene finisce poi anch’esso col ridursi semplicemente a una superficiale storia della lingua, limitandosi a spiegare “l’origine e il processo dell’italiana favella”, si ricordano non tanto per estrinseco amore di documentazione, quanto per dimostrare come, nell’incertezza con cui veniva considerato il fatto letterario, dovesse assai lentamente e con continui sviamenti, formarsi l’idea di una storia della letteratura, e come si erdna perciò più apprezzabile, in questa continua alternanza, ogni anche minimo apporto di sviluppo …

 

[2] Luigi Balsamo, La bibliografia. Storia di una tradizione, Firenze, Sansoni, 1984

… In Italia il primo repertorio generale retrospettivo di estensione nazionale fu quello di Giusto Fontanini, Della eloquenza italiana, aggiuntovi un catalogo delle opere più eccellenti che intorno alle principali arti e facoltà sono state scritte in lingua italiana (Roma 1706; Parma 1803-1804 [9. ed.]) pressoché contemporaneo, si osservi, al veneziano “Gornale de’ letterati d’Italia”. L’opera, accresciuta progressivamente dall’autore stesso e poi da Apostolo Zeno che non aveva risparmiato critiche, andò incontro a notevole successo. […] Debitore del Fontanini, alla cui opera attinse a piene mani, si dichiarerà Nicola Francesco Haym nella presentazione della sua Notizia de’ libri rari nella lingua italiana (Londra 1725; nelle edizioni successive fu poi intitolata Biblioteca italiana o sia Notizia ecc., Venezia 1728 2.a, Milano 1803 6.a) …