Biblioteca A. Torri - Vicende della “Biblioteca dantesca”

Scheda a cura di Renato Nisticò

 

Alessandro Torri donò la sua «Biblioteca dantesca» alla Scuola Normale nel 1855, avendone in cambio un vitalizio («scudi 12 fiorentini mensuali finché dura la mia vita») dall’allora Ministro alla Pubblica Istruzione e Beneficenza del Granducato di Toscana, il marchese Cesare Boccella come si desume da una delibera del Consiglio Direttivo della Scuola Normale di cui è traccia nelle carte del Fondo Torri. Tracce di questa donazione si conservano nel primo inventario ufficiale della Biblioteca a partire da quella data, e cioè l’Inventario 1906, che contiene tutti i volumi del Torri presenti a quel momento, tuttavia non registrati come appartenenti specificamente al suo Fondo. A rimarcare l’importanza storica del Fondo Torri, c’è da notare che all’epoca esso costituiva comunque circa un terzo della collezione della nostra Biblioteca. L’unitarietà fu conservata per un certo numero di anni; una qualche idea di come fosse ordinata la Biblioteca Torri può darla la classificazione riportata sul cartellino di colore rosso apposto su quasi tutti i suoi esemplari. Poi, con la successiva riorganizzazione della Biblioteca della Scuola secondo un moderno sistema di classificazione, è probabile che la Biblioteca dantesca vi sia stata rifusa perdendo così la sua unitarietà.

Il Fondo Torri comprende oltre a una parte libraria, anche una parte di carte e manoscritti moderni, nonché le lettere, che sono state ordinate e catalogate in entrata, rimangono invece da catalogare le minute delle lettere di Torri ai suoi corrispondenti.

Le Carte Torri sono ordinate attualmente in 12 cartelle numerate contenenti le lettere di 267 corrispondenti ricevute da Torri. Le minute delle lettere spedite da Torri, invece, sono contenute in due successive cartelle non numerate né in altro modo siglate, parzialmente già ordinate dallo stesso Torri e ora divise per lettera in cartelline aperte – ma non catalogate come le precedenti a schede mobili, che sono consultabili solo manualmente. Fra le carte è presente anche un elenco dei suoi corrispondenti già redatto dal Torri, fra i quali si notano: Centofanti, D’Ancona, l’editore Le Monnier, Mayer, Mazzoni, Missirini, l’editore Molini, Muzzi, Kirkup, Tenca, Vieusseux, e molti altri. Ci sono poi otto altre cartelle contenenti i materiali preparatori delle edizioni delle opere dantesche (uno, in particolare è dedicato esclusivamente alla Visio Tungdali).

Distribuiti fra i due tipi sopradescritti di cartelle di “varia” ci sono altri documenti, come gli elenchi delle opere dantesche donate da Torri alla Scuola Normale e in genere documenti che riguardano questa transazione, dai quali abbiamo attinto per le notizie sopra riportate; oppure una corposa copia manoscritta di estratti dall’opera di Gabriele Rossetti, Sullo spirito antipapale che produsse la Riforma del 1832 (la data della trascrizione è del 1840). Questi documenti corrispondono ai numeri d’ordine 6444-6447 dell’”Inventario della Biblioteca al 30 giugno 1906 – Copia”.

Inventario della Biblioteca al 30 giugno 1906 – Copia

In seguito la Biblioteca strettamente intesa, parte del Fondo, è stata smembrata e rifusa al resto della collezione. Scopo della presente impresa è anche quello di ricostituire unitariamente la Biblioteca, alla quale è dedicata una maschera di ricerca nel catalogo online.

Tutto quanto il Fondo e non la sola Biblioteca, come è stato detto, avrebbe dovuto constare di circa 2.000 pezzi circa (Pino Simoni nel suo Profilo scrive esattamente 2077). Nel sopraccitato Inventario infatti vengono registrati anche i mss. e le carte di Torri, individuate genericamente come di “argomento dantesco”, ma che non costituiscono unità bibliografiche. La cifra dunque è sicuramente minore.
Per quanto riguarda la Biblioteca strettamente intesa la situazione è piuttosto complessa. A stare almeno ad una minuta di “Epilogo” del “Catalogo di opere” da donare alla Biblioteca della SNS, presente nelle carte torriane, le dette opere comprendevano in effetti:
A) 84 edizioni originali della Divina Commedia; B) 76 edizioni originali delle singole opere minori di Dante; C) 7 edizioni delle opere minori riunite; D) una collezione di opuscoli concernenti le opere di Dante in numero di 1439; E) la raccolta dei 56 volumi di “Opuscoli sopra Dante” (comprendenti 619 opp. complessivi); F) le opere greche e latine, n. 48; G) dieci volumi contenenti n. 318 “poesie sopra Dante”; H) le iscrizioni ad onore di Dante, n. 56 . Il totale dei singoli “pezzi” farebbe 1988, ma bisogna considerare che G e H comprendono fogli manoscritti e non volumi. La cifra dei volumi scenderebbe a 1620. Di D, che è la voce più consistente, non si ha traccia. Ma si tratta sempre di opuscoli che, come sostiene Torri in altro luogo delle sue carte, sono spesso doppioni rispetto a E. Togliamo dunque almeno altri seicento ‘pezzi’ e ci avvicineremo così alla cifra più realistica di 1.000. Ricomprendo in D i classici della letteratura italiana, non concernenti Dante, che pure sono stati ritrovati nella nostra opera di ricostituzione unitaria della Biblioteca Torri. La cifra attualmente raggiunta (651), anche se in probabile accrescimento, è dunque tutto sommato abbastanza vicina ormai a quanto sia possibile recuperare della vecchia Biblioteca.

Come abbiamo visto, nella “Biblioteca dantesca” non c’è solo Dante; ma anche gli altri grandi autori della letteratura italiana; qualche minore; libri di lingua, di storia della lingua e sussidi didattici; libri antichi (dai codici e dagli incunaboli – tutti scomparsi – alle settecentine); libri di letteratura latina e greca; libri di storia; libri di geografia; libri di libri, cioè bibliografie. Nella “Biblioteca dantesca” vera e propria a sua volta si distinguono i singoli volumi e gli “Opuscoli sopra Dante”, raccolti in tomi ordinati in serie numerica (in origine erano 56) che rilegano assieme – in genere secondo unità tematiche - opuscoli di argomento dantesco, che trattano di Dante direttamente o indirettamente, e che portano, oltre a un indice manoscritto, anche diverse note e postille di carattere bibliografico, sempre del Torri. In una lettera al D’Ancona si potrà leggere l’esauriente autodescrizione della Biblioteca dantesca o “Enciclopedia italiana” come parimenti avrebbe voluta chiamarla.