Biblioteca A. Torri - Le postille bibliografiche del Torri

Scheda a cura di Renato Nisticò

 

Le postille bibliografiche sono una caratteristica saliente dei volumi torriani. Eccone un esempio tratto dal volume Dante Alighieri, Divina commedia, con note di Giulio Perticari, Vincenzo Monti e argomenti dei canti nei versi di Gasparo Gozzi; Vita di Dante Alighieri scritta da Paolo Costa, 3 vv., Milano, Bettoni, 1825 (numero di record nell’Opac della Biblioteca della SNS 73224; inv. N. 37 dell’Inventario 1906).

Torri inserisce, prima del frontespizio, un pieghevole pubblicitario del tipografo Bettoni All’illustre signore Paride Zajotti (a matita, datato Milano 1828), che però come si evince dalla nota successiva era riferito a una precedente edizione. A penna scrive:

Questa pregevole edizione, oltre ai commenti contenuti nella precedente dello stesso tipografo Bettoni, anno 1824, vol. 2 in 18°, è corredata dalle molte importanti aggiunte che si accennano nella seguente Prefazione. Quella fu dedicata al valente letterato Paride Zajotti, autore di parecchi lodati scritti. A. Torri

Quindi in un successivo momento:

Pisa, Gen.o 1845. La dedica allo Zajotti è qui unita. Seppi a Milano che le note compilate furono dal Ch. Franc.o Ambrosoli, ora professore d’eloquenza italiana nell’università di Pavia. Di queste medesime è corredata l’edizione del Dante in 18° dello stesso Bettoni [a margine: Meno quelle del Novati e Perticari]. Morì lo Zajotti nel 1843 a Trieste, ov’era presidente dei Tribunali, ed ora fu pubblicata postuma la sua bella opera Sulla letteratura giovanile. A.T.

Di Perticari e Monti non c’è nulla da aggiungere tanto sono noti. Il contributo che Torri fornisce alla conoscenza storica può essere misurato sulle notizie che fornisce attorno a Zajotti (1783-1843) che oltre a essere un magistrato (conservatore, si occupò fra l’altro delle inchieste sulla Govine Italia) era anche un letterato ‘militante’, di idee classiciste. Di Zajotti ricordiamo Del romanzo in generale e dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni discorsi due (1827) che in pochi anni fece parecchie edizioni (nel nostro Catalogo al Fondo Barbi ne abbiamo una del 1846), e Elogio del cavaliere Vincenzo Monti (Firenze Tipografia di Gregorio Chiari, 1829). Con Manzoni concordò sul fatto che dal punto di vista teorico il romanzo storico fosse irrealizzabile.
Le note bibliografiche del Torri sono fitte di riferimenti a minori e minimi della nostra storia letteraria. Questa ragione giustificherebbe da sola una loro trascrizione integrale, spero prossima.
La struttura delle note è piuttosto stabile. A partire dalla edizione particolarmente significativa che sta chiosando, Torri riferisce delle differenze con le precedenti o successive uscite, segnalando novità, aggiunte, espunzioni. Un valore particolare hanno le indicazioni della paternità autoriale di parti o dell’intera pubblicazione, all’epoca non sempre segnalate sul frontespizio o in altre sezioni della pubblicazione, e magari mai più considerate dai successivi catalogatori.

A parte la personalizzazione con note di possesso, indici, marginalia (abitudine comune a molti degli eruditi dell’epoca), Torri arricchiva le pubblicazioni in suo possesso aggiungendovi specie tipo-editoriali eterogenee, a lui provenienti da fonti diverse, attinenti al ma non coincidenti col “pezzo” in questione, arrivando così a creare delle originali specie editoriali, degli unici bibliografici.

Ecco come esempio un esemplare, piuttosto raro, delle Memorie di Lorenzo da Ponte da Ceneda in tre volumi scritte da esso, pubblicate dall’autore in seconda edizione a “Nuova Jorca”, Gray & Bunce stampatori, nel 1829.

Sul verso del foglio antistante il frontespizio leggiamo l’annotazione del Torri:

Edizione rarissima, essendone venute poche copie in Europa. Questa ha un volume in più della prima. Al presente esemplare sono unite dopo il 2.o tomo (vol. 3.o, p.e 1.a e 2.a) alcune altre poesie e prose regalatemi dall’autore stesso, che le mandò a pochi altri, cioè al suo compatriota ab. Colombo, ed a B.meo Gamba. Vedi l’Indice, al tomo 3.o e la nota che vi scrissi infine. Aless.o Torri

Questo l’”Indice” vergato a penna dal Torri:

La seconda parte del volume 3.0 delle Memorie (1830) / 1.o Le nozze di Figaro, il Don Giovanni, e L’Assur re d’Ormus, drammi 1826 / 2.o Alcune poesie (anteriori al 1800) / 3.o Catalogo ragionato di libri. 1823 / 4.o Storia incredibile, ma vera 1833*

Quell’«in più» cui si riferisce Torri costituisce l’unicità ella edizione torriana, infatti i pezzi aggiunti non sono rintracciabili in alcun altro esemplare oggi disponibile. In particolare la Storia incredibile ma vera (la storia cioè di Da Ponte libraio, impresario teatrale e divulgatore come insegnante alla Columbia University della cultura italiana a New York) fu pubblicata solo nel 1871da Jacopo Bernardi [1] insieme a due lettere di Torri a Da Ponte e a quattro di Da Ponte a Torri, importanti per le notizie biografiche relative ai due personaggi. La ragione per cui poche copie fossero giunte in Europa era dovuta al fatto che come si evince da alcune sue lettere i libri di Da Ponte erano bloccati alle varie dogane per motivi di censura. Anche qui per quanto riguarda le notizie sui minori aggiungiamo che a parte Bartolomeo Gamba, noto bibliografo, è da segnalare Michele Colombo (Salgareda, Treviso, 1747- Parma, 1832), erudito e poligrafo, ecclesiastico e precettore privato, viaggiatore curioso, accademico della Crusca, editore di classici della letteratura italiana (Decameron, 1814; Gerusalemme liberata, 1824; Cento novelle antiche, 1825). Colombo pubblicò nel 1812 un Catalogo di alcune opere attinenti alle scienze, alle arti ed ad altri bisogni dell'uomo. Tale repertorio bibliografico non è conservato nel Fondo Torri, dove però troviamo una Lettera di Pietro Vitali al signor abate Don Michele Colombo intorno ad alcune emendazioni che sono da fare nelle rime stampate di Dante, del Petrarca, del Boccaccio e di altri poeti, Roma, presso Rossi-Ubaldi, 1820.

Alla notazione bibliografica standard (la segnalazione dell’arricchimento della seconda edizione rispetto alla prima), segue in coerenza con l’uso del Torri l’annotazione precisa di in che cosa consista la particolarità bibliografica del testimone che il lettore si trova davanti, l’”edizione Torri”, come la chiameremo.

Tali annotazioni bibliografiche potrebbero sembrare una “comodità” personale (rinvenibile in molte altre biblioteche private fino ai nostri giorni), eppure il fatto che Torri pubblicizzasse queste giunte in note a favore di un lettore che non sembrava certo essere lui stesso, e tenuto conto del progetto di cedere a pubblica istituzione la collezione, testimonia come questo sistema di segnalazioni con note prevalentemente sulle seconde e quarte di coperta, fosse pensato per una funzione pubblica, di informazione bibliografica e comunicazione culturale.

Per questa sua attività di servizio il Torri non puntava tanto su un criterio di selezione critica dei dati quanto sull’accumulo, su un loro affastellamento corposo in maniera da far giungere “ai posteri” il maggior numero di materiali e informazioni su un autore e/o un’opera o una sua edizione.

Altro esempio interessante di “edizione Torri” sono le Rime di Francesco Petrarca col commento del Tassoni, del Muratori, e di altri, 4 vv., Padova, Minerva, 1826 (rec. n. 78087, inv. n. 696)

Nota del Torri al primo volume:

A questa pregevole ristampa in due volumi rilegati in quattro parti, ho fatto unire tutte le illustrazioni, onde il prof. Marsand aveva corredata la laudatissima sua edizione principe in 2 vol. in-4° (Padova, 1820) le quali non si sa perché vennero omesse dai novelli editori. Io le staccai dalla reimpressione fattane in Firenze pei F.lli Ciardetti (2 vol. in-8° 1821), e le feci collocare in fine al volume 4.o di seguito alla pagina 768. Esse cominciano col titolo Dichiarazioni ed illustrazioni storico-critiche e facenti parte del vol. I della citata stampa fiorentina, da cui presi anche i ritratti di Madonna Laura e del Petrarca, e le altre incisioni copiate dalla prima patavina, ponendole ai luoghi additati dalle sud.te illustrazioni. Dimodochè la presente, oltre a contenere tutto ciò che fu pubblicato dal prof. Marsand, è avvantaggiata dalle annotazioni dei più distinti commentatori delle poesie del Sommo lirico. La ragionevole divisione delle Rime seguita dal padovano professore, fu già dapprima adottata dal Vellutello nella elegante sua stampa veneta 1525 in-4° [posseduta dal Torri , cfr. rec. N. 54970 del Catalogo retrospettivo della Biblioteca SNS], che a torto non venne imitata nelle susseguenti edizioni. Pisa, 1830. A. Torri

Ritratto di Laura        Ritratto di Francesco

Di conseguenza la numerazione del 4. tomo delle Rime veniva così modificata: testo della corrente edizione, pp. 457-767, poi le Dichiarazioni, pp. 319-366; indi la Biblioteca, pp. 280-483. Quest’ultima, che in effetti è una bibliografia, e di cui è da leggere anzitutto il Proemio, piccolo abregé di storia della bibliografia (Antonio Marsand, noto studioso del Petrarca, era docente all’Università di Padova), costituì probabilmente modello per la vagheggiata “Biblioteca dantesca” del Torri. Alla presente in suo possesso egli aveva dunque aggiunto il commento (le «illustrazioni») del Marsand di precedente edizione, compresi i ritratti di Francesco e Laura. Torri manifestò sempre una notevole attenzione alla parte iconografica delle opere, come si può vedere anche dall’esemplare della

Divina Commedia già ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, ed ora accuratamente emendata, ed accresciuta di varie lezioni, tratte da un antichissimo codice, Livorno, Masi & c., 1807
(rec. n. 73247, inv. 24.)

Sulla seconda di copertina in alto a destra il probabile prezzo del volume (“FR. 200”), quindi il testo del Torri:

Ritratto di Dante

Questa copia […] apparteneva già al sig. Gaetano Poggiali benemerito editore della Divina Commedia, il quale nella sua Serie de’ testi di Lingua…. (Livorno, 1813, vol. 1, p. 16, cfr. stampa) ne lasciò la qui appresso memoria: «Bellissimo esemplare in carta grande con vasti margini, talché sembra di forma in-4°, col Ritratto colla lettera aperta. Esso è stato arricchito col collocamento ai suoi luoghi della figura inventata e disegnata dal celebre Gio. Flaxman, e incisa accuratamente a contorni da Tommaso Piroli, che noi facemmo espressamente tirare su carta grande per unirle al presente esemplare». Io ne feci acquisto nel marzo 1846 dagli eredi Poggiali per mezzo del sig. Carlo [Tenca? : abrasione] intelligente bibliografo, che si compiacque di procurare questo prezioso articolo alla mia collezione dantesca. Alessandro Torri

Con altra penna successivamente aggiunge:

Ritratto di Beatrice

Al volume 2 vi ho aggiunto il corredo di un bel ritratto di Beatrice tirato appositamente in carta grande. Lo feci già incidere dalla valente artista Elvira Rossi di Pisa per la Vita nuova, 1° delle Opere minori di Dante Alighieri da me pubblicate con illustrazioni. A. T.

John Flaxman (1755-1826), noto scultore e incisore inglese, era allora anche un famoso illustratore della Divina Commedia. Nella Biblioteca Torri abbiamo un avviso per l’Atlante dantesco da poter servire ad ogni edizione della Divina Commedia ossia l'Inferno il Purgatorio e il Paradiso composti dal sig. Giovanni Flaxman, gia incisi dal sig. Tommaso Piroli, ed ora rintagliati dal sig. Filippo Pistrucci con aggiunta di nuovi intagli e di una breve descrizione e spiegazione delle tavole, Milano, presso Battelli e Fanfani e si pure presso il Pistrucci suddetto, 1823 (n. di rec. 373547)

Tommaso Piroli (1750-1824) fu anch’egli incisore italiano piuttosto noto, autore di una celebre opera di illustrazioni archeologiche, Antichità di Ercolano, Roma, 1789-1807.

Niente invece sappiamo di Elvira Rossi di Pisa. Mentre sono ancora piuttosto noti sia Gaetano Poggiali (1753-1814) editore dantesco e possessore di un celebre codice (il Poggiali-Vernon, appunto) conosciuto dal Torri per contenere commenti contemporanei della Commedia; e Carlo Tenca (1816-1833), letterato e giornalista milanese, animatore del celebre salotto letterario della Contessa Maffei, che fu col Torri in corrispondenza.

 

[1] Memorie di Lorenzo Da Ponte, compendiate da Jacopo Bernardi e scritti vari in prosa e poesia del medesimo autore, Firenze, Le Monnier, 1871; le lettere sono alle pp. 197-206